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Piante officinali
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Arabidopsis thaliana (L.) Heynh.

arabinopsis

Cruciferae

Arabidopsis thaliana (L.) Heynh.
= ( Arabis thaliana L.)

Nome volgare: Arabetta comune.

Forma biologica: T scap (Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie).

Descrizione: Pianta annua a ciclo breve, fusti eretti, gracili, spesso ramosi, lievemente pubescenti, alta fino a 50 cm.
Le foglie riunite in rosetta basale, lanceolate, sessili, acute, intere o dentellate, le cauline poche o assenti.
I fiori piccolissimi, con breve picciolo, sono di colore bianco, nascono lungo il fusto nella parte terminale e all’apice; hanno 4 sepali e 4 petali liberi.
I frutti sono silique incurvate, sottili, circa 15 mm.

Antesi: Fiorisce sia in primavera che in autunno .
Tipo corologico: Paleotemp. Divenuta Cosmop.
Distribuzione in Italia: Comune infestante diffusa in tutto il territorio.
Habitat: Si incontra nei terreni ricchi di sostanze nutritizie, nei campi di cereali, negli orti, sulle rocce e nei vecchi muri, sino a 2.000 m.

Etimologia: Il nome del genere significa simile all’Arabia, la specie è dedicata al medico e botanico tedesco Johan Thal (XVI secolo).

Proprietà ed usi: L’ Arabidopsis thalaiana è la regina delle piante cavia è usata da quasi un secolo nella ricerca sperimentale; è un organismo modello: da esso i genetisti hanno appreso come proteggere il grano dalle malattie, come far maturare i pomodori e persino come raddoppiare il raccolto dei semi per la produzione di olio di colza. La dimensione ridotta, il tempo di crescita veloce e la piccola quantità di DNA rendono questa pianta facilmente gestibile nell'analisi genetica. Ogni pianta impiega solo 6 settimane a crescere e a produrre 5.000 semi. I botanici possono trarne geni a volontà e osservarne le conseguenze nel giro di poche settimane. Cosa più importante per la genetica, il genoma di quest’erba è insolitamente compatto. I suoi 115 milioni di coppie dei blocchi base di nucleotidi compongono 5 cromosomi e includono circa 26.000 geni. Ciò lo rende 30 volte più piccolo del genoma umano, e molte volte più piccolo dei genomi della maggior parte delle piante, inclusi quelle delle coltivazioni
Questa piccola erba selvatica, è diventata recentemente un colosso della scienza botanica, è infatti la prima pianta ad avere il suo genoma completamente messo in sequenza. Un consorzio mondiale di botanici ha coronato un lavoro decennale pubblicandone il genoma sulla rivista Nature (Natura). Gli studiosi pensano di trarne informazioni vitali sui segreti genetici di tutte le piante, aiutando gli scienziati a trasformare le coltivazioni, di modo che il mondo possa essere nutrito senza danni all’ambiente.
Si è scoperto che circa 200 geni somigliano ai geni umani collegati alle malattie. Tra questi, i geni per la riparazione del DNA, che se danneggiati causano i tumori, ed altri collegati all’invecchiamento.
Un società danese di bio-tech, l'Aresa, ha modificato geneticamente l'Arabidopsis thaliana i cui petali ora diventano rossi quando la pianta entra in contatto con il biossido d'azoto, sostanza che evapora dalle mine sepolte nel sottosuolo.

Curiosità: Nel 1777, il botanico e farmacista britannico William Curtis aveva descritto l’Arabidopsis come una pianta «di nessuna particolare utilità né virtù». Mai dare giudizi affettati!!!

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Cruciferae
Arabis alpina L. subsp. caucasica (Willd.) Briq.
( = Arabis caucasica Willd. , Arabis albida Steven)

Nome volgare: Arabetta alpina
Forma biologica: H.Scap

Descrizione: Pianta erbacea perenne, alta da 5 a 40cm, con stoloni striscianti ed in parte sotterranei e numerosi getti sterili con rosette di foglie che le danno un portamento sempreverde a cuscino.
Fusti fioriferi ascendenti o eretti, semplici o ramosi, ricoperti di peli peduncolati e peli semplici o biforcati .
Foglie di un colore verde medio, punteggiate da tracce di carbonato di calcio che restituiscono dopo averlo assorbito dal terreno; le basali con peli sparsi sono sessili, abbracciando il gambo sulla loro inserzione ed hanno forma ovata, più o meno allungata, con bordo della lamina dentellato. Le cauline hanno base cordata o astata, amplessicaule con orecchiette.
Fiori sono raccolti in infiorescenze multiflore che formano ampi cuscini bianchi . Sepali tomentosi i laterali saccati, corolla con 4 petali bianchi a forma ovata.
Frutti costituiti da silique che tendono a disporsi orizzontalmente, su peduncoli generalmente pelosi.

Antesi: da Marzo ad Agosto

Tipo corologico: Circum-Artico-Alp. (Zone artiche dell'Eurasia e Nordamerica e alte montagne della zona temperata.)
Distribuzione in Italia: Alpi Apuane, Monti della Penisola dall’Appennino Tosco Emiliano alla Calabria e Sicilia
Habitat: da 300 a 3.000 m. su terreni umidi, anche rocciosi, calcarei, tra pietre e ghiaie, con buona esposizione al sole.
Note di sistematica: Oltre alla subsp. caucasica qui descritta è presente in Italia la subsp. nominale:
A. alpina L. subsp. alpina che è pianta densamente tomentosa , verde o grigio verde e con silique maggiori, che vegeta nelle Alpi e Appennino Ligure, Tosco Emiliano e Corsica, più rara nella Penisola.

Etimologia: I nomi del genere, della specie e della subspecie fanno riferimento alle zone di diffusione: Arabia, Caucaso, Alpi

Utilizzi:
In cucina: può essere usata per guarnire pietanze e consumata in insalata.
Nei giardini viene utilizzata per adornare giardini rocciosi , particolarmente pregiata per la precoce fioritura.